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Il rapporto fra medico e paziente rende più efficace la terapia.

Le parole e i comportamenti che dedicano attenzione alle emozioni dei pazienti, sostenendoli in ogni momento, hanno effetti positivi almeno quanto alcune terapie farmacologiche – lo rivela uno studio del Massachusetts General Hospital pubblicato su Plos One.

Il trattamento clinico corretto è certamente il primo passo per il successo di una terapia, ma è necessario anche che il paziente si senta capito e accolto.

Il paziente affetto da Fibromialgia è un malato complesso, in quanto arriva alla nostra osservazione dopo un lungo periodo di sofferenza. È stanco, sfinito, demoralizzato, esausto, fortemente depresso, perché viene considerato un “malato immaginario”, un “bravo attore” che ama e cerca di attirare l’attenzione e, spesso, non viene creduto soprattutto dalle persone che gli sono più vicine.

È con questo pesante fardello che il paziente fibromialgico si siede davanti a noi, medici, associandoci al dolore immenso, alla frustrazione, diffidente di esporre per l’ennesima volta i suoi dolori, consapevole – o forse no – dei costi elevati delle cure e degli esami che dovrà affrontare.

Il medico, quindi, deve padroneggiare le regole della P.N.L. (Programmazione Neuro Linguistica), così da trasformare la Prima Visita da “l’ennesima prestazione sanitaria” in “un reale momento coinvolgente”, e organizzare un Percorso di cura Personalizzato.

La chiave del Percorso Personalizzato risulta essere il fattore Tempo.

Tempo in termini qualitativi e quantitativi, insomma la prima visita non può durare dieci minuti!

È fondamentale che il medico sappia ascoltare il vissuto emotivo del paziente, come egli espone un sintomo rispetto all’altro, così come saper cogliere il terreno globale emotivo, affettivo, corporeo e sociale in cui ha vissuto, e vive.

Instaurare un’empatia con il paziente non è e non potrà mai essere frutto del caso, bensì è un’arte che si apprende con lo studio e l’aggiornamento continuo. E richiede impegno e dedizione.

In conclusione, mi sento di dire ai pazienti fibromialgici: diffidate dei medici che vi dedicano complessivamente troppo poco tempo.

Ali Younes

Ali Younes

Già dirigente medico, responsabile struttura semplice in anestesia e terapia del dolore ASL Pescara – P.O. Popoli, è stato Responsabile delle sale operatorie e Reparto di Terapia del dolore presso il Presidio Ospedalerio Villa Letizia in L’Aquila. Esperto qualificato in: terapia del dolore invasivo e semi-invasivo / fibromialgia / cannabis terapia / medicina rigenerativa con cellule mesenchimali e staminali / medicina personalizzata.

5 Comments

  • Daniela ha detto:

    Grazie Dottore per l’impegno e la costanza che ha dedicato al mio caso. Tutte vere le parole ma insegni anche a capire che ogni essere umano e giudice di se stesso.

  • Daniela Mariana Epure ha detto:

    Dove devo andare per diagnosticare questa maledetta malattia. Non ce l’ha faccio più con queste dolori.

    • redazione ha detto:

      Cara Daniela, non esiste un esame oppure un test , soltanto , un attento esame clinico fatto da esperti, ti può fare diagnosi.
      Dott. Ali Younes

  • Luisella Orani ha detto:

    Salve sono Luisella, le ho inviato foto su messanger..per amicizia Facebook. L ho vista alle terme Sardegna..sono affetta da fibromialgia , tiroidite di Hashimoto..e pancreatite pregressa, asportazione di colecisti..il mio dramma è l alimentazione.
    Non so più come fare! Panceatite no grassi e uova, fibromialgia no carboidrati glutine solanacee…zuccheri no, formaggi idem….mi può illuminare perché i dolori sono terribili.
    Ho avuto endometriosi e due gestosi gravi…ho 62 anni…GRAZIE se potrà aiutarmi almeno per sapere dove e da chi posso rivolgermi.Sassari è la mia residenza…Pescara troppo distante! Mi auguro che possa avere uno studio nell Isola…almeno un giorno al mese! Cordiali saluti..Luisella Orani.

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